La competenza in lingua inglese rappresenta oggi una delle chiavi fondamentali per l'accesso al mercato del lavoro globale e per la mobilità internazionale, sia per gli studenti sia per i professionisti dell'educazione. Eppure l'Italia si trova in una posizione critica nel panorama europeo, con conseguenze dirette sulla qualità dell'insegnamento e sulle prospettive delle nuove generazioni. Questo scenario richiede interventi strutturali e mirati, che Gruppo Spaggiari Parma e Istituto Franchi affrontano con una proposta formativa completa, certificata e pensata specificamente per rispondere ai bisogni reali del corpo docente italiano.
Secondo l'Indice di Conoscenza dell'Inglese EF (EF EPI) del 2024, l'Italia si colloca al 46° posto su 116 Paesi nel mondo e al 32° su 35 in Europa, con un livello di competenza definito "moderato". Un dato che segna un arretramento di 11 posizioni rispetto all'anno precedente, riportando il Paese ai livelli del 2019. Il punteggio italiano di 528 punti è ben distante dai 636 punti dei Paesi Bassi, che guidano la classifica europea, e colloca l'Italia dietro Spagna (538 punti) e persino Francia (524 punti).
La situazione si aggrava se si guarda al sistema scolastico: solo il 19,7% dei giovani diplomati italiani possiede una conoscenza fluente della lingua inglese. Ancora più preoccupante, soltanto il 43,5% degli studenti diplomati raggiunge almeno il livello B2, che rappresenta il requisito minimo per l'accesso al mercato del lavoro e alle università straniere, mentre solo il 19,7% arriva ai livelli C1 o C2. Nelle scuole pubbliche, secondo i dati EF EPI, appena il 30% degli studenti delle scuole secondarie raggiunge il livello B2, contro il 50% nelle scuole private.
Questo divario non riguarda solo gli studenti, ma anche i docenti. L'analisi INVALSI del 2022 ha evidenziato che solo il 44% degli studenti in uscita dalla scuola secondaria di secondo grado raggiunge il livello B2 in inglese, obiettivo previsto dalle indicazioni ministeriali. Un risultato che riflette direttamente la preparazione e le competenze linguistiche del corpo docente italiano.
Il cuore del problema risiede nella preparazione linguistica degli insegnanti. La metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning), che prevede l'insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera, è obbligatoria dall'anno scolastico 2014-2015 nelle classi quinte di tutti i licei e istituti tecnici. Per insegnare con metodologia CLIL, i docenti devono posspossedere una certificazione linguistica di livello C1 e aver frequentato un corso di perfezionamento di 60 CFU.
Tuttavia, la realtà è ben diversa dalle previsioni normative. Su oltre 15.000 docenti necessari per coprire tutte le classi terminali, soltanto un migliaio (circa il 7%) risultava formato adeguatamente nel 2017. La formazione linguistica dei docenti ha subito ritardi strutturali: nel 2010 erano state raccolte 16.000 candidature spontanee, ma nel 2013 i candidati ai corsi erano scesi a poco più di mille. Secondo la nota MIUR del 2014, nessun docente possedeva inizialmente il livello C1 richiesto, e solo circa 300 docenti avevano competenze di livello B2. Per passare dal livello B2 al C1 occorre un percorso di almeno due anni (260 ore).
Nelle indicazioni ministeriali, per i docenti di scuola primaria è richiesto almeno il livello B1 per l'insegnamento della lingua inglese, mentre per la metodologia CLIL nella secondaria serve il C1, con possibilità di avvio sperimentale con il B2. Questo divario formativo si traduce in una carenza strutturale che penalizza l'intero sistema educativo.
Il PNRR ha stanziato risorse significative per affrontare il problema. Con il Decreto Ministeriale 65 del 12 aprile 2023, sono stati destinati 750 milioni di euro all'investimento 3.1 "Nuove competenze e nuovi linguaggi", di cui 150 milioni specificamente per la realizzazione di percorsi formativi di lingua e di metodologia CLIL di durata annuale, finalizzati al potenziamento delle competenze linguistiche dei docenti in servizio. Il 40% di questi fondi (60 milioni di euro) è riservato alle scuole del Mezzogiorno.
Questi finanziamenti rappresentano un'occasione storica per colmare il gap formativo, ma richiedono una proposta didattica strutturata, certificata e capace di accompagnare i docenti dal livello iniziale fino al conseguimento delle certificazioni richieste (B1, B2, C1, C2). I corsi PNRR prevedono percorsi annuali con formatori esperti madrelingua e metodologie blended, con modalità in presenza e online.
Di fronte a questo scenario complesso, l'offerta formativa di Spaggiari Parma e Istituto Franchi si configura come una soluzione concreta e completa, progettata per rispondere alle esigenze reali dei docenti italiani.
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Docenti madrelingua certificati e percorsi modulari
I corsi sono tenuti da insegnanti madrelingua qualificati e in possesso di certificazioni internazionali riconosciute (Trinity, Cambridge, ICELT). L'offerta è strutturata su percorsi modulari che coprono tutti i livelli del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (QCER), dal livello A2 al C2. Questa flessibilità permette a ciascun docente di scegliere il percorso più adatto al proprio livello di partenza e ai propri obiettivi professionali.
Preparazione completa ai concorsi
Per i docenti che si preparano ai concorsi, la proposta prevede pacchetti specifici con lezioni video strutturate, libro digitale con esercitazioni, mock test online e simulazioni delle prove scritte e orali. Sono disponibili due formule: BASE, con verifica di ingresso e 5 ore di tutoraggio privato, e PREMIUM, con 20 video tutorial, libro digitale, 30 mock test online e spiegazione dettagliata delle risposte.
Webinar e simulazioni per la prova orale
Oltre alla preparazione teorica, i corsi offrono webinar di gruppo e simulazioni individuali con feedback personalizzato, dedicati ai livelli B2, B1/C1 e C2. Questi incontri live affrontano i temi del settore educativo e offrono esercitazioni pratiche di listening e speaking, strumenti indispensabili per affrontare con sicurezza la prova orale dei concorsi e le situazioni professionali reali.
Didattica pratica e supporto continuo
La metodologia adottata si basa su simulazioni realistiche, esercitazioni interattive, speaking practice e analisi dettagliate dei progressi linguistici. Le piattaforme digitali Spaggiari supportano l'accesso ai materiali, le comunicazioni con i docenti madrelingua e la tracciatura dei progressi. Il supporto tecnico-didattico è costante, con help desk disponibile dal lunedì al venerdì e chat online per assistenza istantanea.
Accesso semplificato e integrazione con il sistema ministeriale
L'iscrizione ai corsi avviene tramite la piattaforma ministeriale S.O.F.I.A., con pagamento facilitato tramite Carta del Docente. Questo garantisce piena trasparenza e tracciabilità, oltre a semplificare l'iter amministrativo per i docenti. Gruppo Spaggiari Parma funge da distributore e responsabile della piattaforma, mentre Istituto Franchi, ente formatore accreditato dal Ministero dell'Istruzione, si occupa dell'erogazione didattica, della docenza madrelingua e delle certificazioni finali.
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I dati evidenziano con chiarezza l'urgenza di un intervento formativo strutturato. Con l'Italia al 46° posto mondiale per competenza in inglese, con solo il 44% degli studenti che raggiunge il B2 al termine delle superiori, e con una carenza cronica di docenti formati per la metodologia CLIL (solo il 7% del fabbisogno nel 2017), la formazione linguistica del corpo docente non è più un'opzione, ma una necessità strategica.
Gli investimenti PNRR di 150 milioni di euro per la formazione linguistica dei docenti rappresentano un'opportunità irripetibile, ma devono essere accompagnati da proposte formative di qualità, certificate e capaci di produrre risultati concreti e misurabili. La proposta di Spaggiari Parma e Istituto Franchi risponde a questi requisiti, offrendo percorsi completi che vanno dalla preparazione ai concorsi al conseguimento delle certificazioni linguistiche fino al C2, passando per la formazione metodologica CLIL.
Scegliere una formazione linguistica strutturata significa investire nel futuro della scuola italiana, garantendo ai docenti le competenze necessarie per guidare gli studenti in un contesto sempre più globalizzato e competitivo. Significa colmare il divario che separa l'Italia dai Paesi più avanzati d'Europa, restituendo alla scuola pubblica italiana la capacità di formare cittadini preparati, competitivi e aperti al mondo.